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Fieragricola, De Castro: «Abbiamo difeso la Pac, ora ricucire rapporto con comunità rurali Agroalimentare prima voce dell’export dell’Ue con oltre 200 miliardi, avanti anche agli Usa»

31 gennaio 2025

«Abbiamo difeso in Parlamento la Politica agricola comune e 350 miliardi di euro in sette anni sono molti e l’impegno economico dell’Europa nei confronti degli agricoltori deve essere bilanciato con la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, perché se chiudono le imprese agricole saremo costretti a importare prodotti dall’estero, dove magari non c’è quella reciprocità nel rispetto delle regole che vengono applicate ai nostri agricoltori».

 

Così ha detto alla 116ª Fieragricola di Verona (31 gennaio-febbraio) l’on. Paolo De Castro, componente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, durante il convegno «L’agricoltura nel clima che cambia: strategie, pratiche, tecnologie per la mitigazione e l’adattamento», nel corso del quale si è soffermato a parlare della frattura che si è venuta a creare fra le istituzioni europee e il mondo agricolo. «Abbiamo bisogno di ricucire il rapporto con le comunità rurali – ha proseguito De Castro – iniziando a costruire un percorso che possa vedere gli agricoltori protagonisti della transizione ecologica e non imputati. Non c’è dubbio che la transizione ecologica vada fatta, ma va costruito un percorso in cui gli agricoltori sono protagonisti». Un esempio? «Negli Stati Uniti l’amministrazione Biden ha varato l’Inflation Reduction Act, una legge green grazie alla quale sono stati messi a disposizione 20 miliardi di dollari per i miglioramenti agronomici, l’agricoltura di precisione, la nuova genetica per aiutare gli agricoltori a contrastare i cambiamenti climatici – ha spiegato De Castro –. Da noi la Commissione ha proposto un taglio del 50% dell’uso dei fitofarmaci entro il 2030, senza proporre alternative che come Parlamento europeo abbiamo chiesto e che sono disponibili: le Tecniche di evoluzione assistita o l’adozione di pratiche di precision farming, che potrebbero contribuire a tagliare del 30% l’uso della chimica. Bisogna investire, perché droni, foto aeree e satelliti hanno dei costi che non possono ricadere tutti sulle spalle degli agricoltori».

 

L’on. De Castro si è anche soffermato sulle proteste degli agricoltori che nei giorni scorsi hanno infiammato larga parte dell’Unione europea. «L’Europa è stata vista come nemica, perché cala dall’alto i progetti – ha sostenuto l’europarlamentare, già ministro dell’Agricoltura –. Le proteste si sono sviluppate in Germania in seguito alla proposta di tagliare i sussidi al gasolio agricolo; in Francia sono stati triplicati i costi che gli agricoltori devono sostenere per l’acqua; gli olandesi hanno varato un programma di abbattimento del 30% dei capi allevati. In Italia la situazione è diversa, perché non è stato assunto alcun atto specifico contro il mondo agricolo. E infatti da noi non stanno manifestando le organizzazioni agricole». La prossima Commissione europea, dopo il voto di giugno, avrà per De Castro «il compito di difendere l’agricoltura e l’industria alimentare, che rappresentano il più importante settore economico europeo per dimensioni ed export, che per l’Ue vale oltre 200 miliardi di euro, mentre gli Usa, altro grande mercato, esporta per 170 miliardi di euro».

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